Cadute MTB, come salvarsi ?




Di seguito la trascrizione del testo del video.

Cadere è l'unico problema della mountain bike. Tutti, chi più e chi meno, sono caduti e probabilmente continueranno a farlo perchè fa parte del gioco e senza andrenalina questo sport non sarebbe così entusiasmante. Il problema è che si cade su terreni accidentati, su radici, sassi, rocce, di qualsiasi forma e dimensione che aumentano il rischio d'infortunio per cui indossare le opportune protezioni è molto importante. Un altro problema è che si può cadere in una infinità di modi, non è quindi possibile definire una tecnica di caduta che possa salvarci in tutte le situazioni e spesso dobbiamo contare soltanto sulla fortuna.

Fatta questa dovuta premessa, possiamo però dire che esistono alcuni concetti fisici che oltre ad avere l'ovvia caratteristica di valere sempre e in assoluto, se acquisiti e fatti propri possono tornarci utili per limitare i danni di una caduta. Il primo concetto è quello di energia. Senza entrare nei dettagli tecnici è utile sapere che più un rider possiede energia, più rischia di farsi male.

Trascurando salti e drop, quindi con il rider sul sentiero, l'unica energia che esso possiede è quella "cinetica" che dipende dalla sua massa e soprattutto dalla sua velocità. Essere in sovrappeso pertanto aumenta il rischio di farsi male, ma il rischio maggiore si ha quando si assume una velocità eccessiva per le nostre capacità. Avere tanta energia significa essere potenzialmente sottoposti ad elevate forze in fase di una eventuale caduta, e sono quelle che possono provocare l'infortunio.

Il secondo concetto fisico che può essere utile sapere è che l'energia cinetica viene dissipata da forze che provocano l'arresto del corpo in movimento. Più lo spazio di frenata è lungo, meno sarà l'intensità delle forze; viceversa, frenate repentine comportano elevate forze di arresto. Risulta chiaro quindi che in caso di caduta, più riusciamo ad allungare lo spazio necessario per fermarsi e minori saranno le forze d'impatto a cui saremo sottoposti. Vicecersa impatti istantanei con arresto immediato del rider sviluppano forze elevate con maggior rischio d'infortunio.

Il terzo e ultimo concetto è legato alla meccanica dei materiali. Quando si studia la resistenza di un materiale si analizza la forza per unità di superficie, definita "tensione". Questo perché una forza grande applicata su una superficie estesa, può sollecitare il materiale meno di una forza piccola concentrata in un punto. Il tessuto osseo si comporta come tutti gli altri materiali. Possiamo pertanto comprendere quanto sia utile in fase di caduta cercare di impattare con più superficie del corpo possibile, in modo da minimizzare la tensione nelle ossa ed evitare possibili fratture.

Una caduta avviene in pochi attimi e non si ha il tempo di pensare e agire con coscenza, le uniche azioni possibili sono quelle istintive. La teoria per cercare di limitare i danni è quella appena esposta, adesso non resta che allenarsi per metterla in pratica escogitando degli esercizi ad hoc. Un'idea per tutte le scuole e insegnanti di mountain bike.

Se siete interessati all'argomento, vi segnalo "Scienza della guida in Mountain bike: la tecnica di guida spiegata attraverso le leggi della fisica" che contiene la totalità degli argomenti, rivolto a tutti gli appassionati di MTB.

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